Operazioni in zona Carnia nel 1915

Il giorno 16 maggio 1915 il Comando Supremo inviava al comando della Zona Carnia l'ordine di operazioni n. 1 col quale in sostanza confermava le direttive già impartite il primo di aprile e che intendevano un'apertura verso la Carinzia con la caduta del forte Hensel a Malborghetto e le altre opere fortificate di Raibl, Predil e Plezzo. Si intendeva così favorire i movimenti della IV Armata dispiegata sulla sinistra e che doveva procedere verso la Drava e della II Armata dispiegata sulla destra. L'azione della II Armata doveva anche essere supportata dalle artiglierie che avevano ricevuto l'ordine di battere la strada del Predil ed impedire i movimenti di truppe austro-ungariche che da Tarvisio si fossero portate in direzione di Caporetto.
I primi tre giorni di guerra non furono poi molto movimentati e si registrarono sporadici scontri con la situazione generale di settore che rimaneva pressochè invariata. Il 24 maggio gli alpini occupavano invece la Sella Prevala, posizione ritenuta estremamente importante in zona Monte Canin ed il Pizzo Occidentale lungo il crinale tra l'alta Val Fella e la Val Dogna. Anche le truppe austro-ungariche riuscirono ad occupare posizioni di rilevante interesse strategico come il Pal Piccolo sopra il passo di Monte Croce Carnico che il giorno 25 maggio verrà riconquistato dagli italiani. In ogni caso, le truppe della Monarchia non erano disposte a cedere il passo, valentemente comandate dal generale Rohr ed infatti, a partire dal 27 maggio il clima cambiò letteralmente ed iniziarono violenti scontri scaturiti dagli ordini di avanzata emanati dal Comando Supremo dell'Esercito italiano. Le zone maggiormente interessati dagli scontri erano le zone comprese fra il passo di Monte Croce Carnico e quello di Promosio. Le linee austro-ungariche furono ulteriormente rafforzate dall'arrivo in zona del VII Corpo d'Armata, con l'ordine di salvaguardare la Valle di Gail e, di conseguenza, costituendo una minaccia piuttosto seria per il territorio italiano stesso.
I combattimenti molto aspri che continuarono fino alla metà del mese di giugno (1915), portarono alla ribalta nomi quali Pal Piccolo, Pal Grande, Freikofel; rilievi compresi tra il passo di Monte Croce Carnico e Timau. Pal Piccolo, Pal Grande e Freikofel passavano di mano quasi quotidianamente, largamente contesi tra i battaglioni alpini Val Tagliamento, Val Maira e Val Varaita e le unità austro-ungariche tra le quali merita ricordare la 59a brigata da montagna. I combattimenti erano comunque destinati ad esaurirsi con il Freikofel ed il Pal Grande in mano italiana e con il Pal Piccolo in mano austriaca.
L'Esercito italiano intanto aveva già fatto mobilitare le artiglierie che raggiunsero le zone loro ordinate alla fine di giugno. Il 12 giugno era iniziato il bombardamento del Forte Hensel e dell'abitato di Malborghetto ed il 30 giugno quello delle altre posizioni permanenti del Predil e Raibl. Si raccoglievano intanto medi calibri a Sella Nevea unitamente a grossi calibri posizionati nella Val Raccolana.
Gli intendimenti di avanzata prospettati per la II e IV Armata dovevano essere accantonati perchè ormai sul Carso era già in atto la seconda battaglia dell'Isonzo e pertanto, le due armate ricevettero l'ordine di premere su Predil sia con la fanteria che con l'artiglieria disponibile al momento. Le due Armate italiane dovevano pertanto schierarsi lungo la dorsale del Canin, punto di partenza per una successiva offensiva di ampio raggio i cui obiettivi erano quelli già citati nella direttiva emanata dal Comando Supremo il primo di aprile. L'incarico fu affidato al generale Giardina. Il 14 agosto iniziava l'azione dei reparti alpini che occupavano il Vrata per giungere a Planina Krnica e qui aspettare l'avanzata delle batterie dell'artiglieria di supporto. Il 19 agosto si registrò un ulteriore slancio in avanti quasi fino alle porte di Plezzo. Il giorno seguente fu ordinata l'occupazione del Monte Rombon; il 23 fu occupato il Cukla con le avanguardie italiane che raggiunsero Planina Goricica. Lo stesso giorno i bersaglieri riuscivano ad entrare a Plezzo mentre il 27 gli alpini assaltavano definitivamente il Monte Rombon che però, nel frattempo, gli austro- ungarici avevano provveduto a rafforzare considerevolmente. Gli scontri sul Rombon si accesero giorno dopo giorno fino a diventare insostenibili, con la vetta che passava continuamente di mano mantenendo la situazione praticamente immutata. il 2 settembre il Comando Supremo decise per un'azione con l'artiglieria in sinergia con le truppe degli alpini affinchè il bastione del Monte Rombon fosse definitivamente conquistato, tale era la sua importanza strategica. La data di inizio dell'offensiva sul Monte Rombon era stata stabilita per l'11 settembre. La preparazione di artiglieria fu seguita dall'irruzione degli alpini che riuscivano ad occupare il Vrh Police, a qualche centinaio di metri dal Rombon. Il mattino del 12 settembre le truppe italiane riuscivano quasi a raggiungere l'obiettivo, rimanendo però bloccate tra il Rombon ed il Cukla. Il terreno impervio e la scarsa efficacia del supporto dell' artiglieria non avevano permesso ulteriori vantaggi.
Il 14 settembre toccava alle truppe austro-ungariche sferrare un corposo contrattacco che le portava ad occupare il Monte Lodin; il contrattacco fu comunque fermato sul Monte Zermula. Le artiglierie italiane continuavano a battere le opere difensive stabili; il 16 agosto il forte Hensel era solo un cumulo di macerie fumanti. Poco importava; le artiglierie presenti sia nel forte che nelle altre opere difensive permanenti erano già state messe al sicuro e preparate per essere impiegate altrove. L'azione dell'artiglieria italiana si era tradotta in uno spreco di colpi perchè il valore strategico era venuto meno per il suo tardivo impiego. Continuava la stesura di piani di occupazione che peraltro andavano a buon fine il giorno 30 luglio con l'occupazione di posizioni importanti sul crinale fra la Val Dogna e l'alta Val Fella. Tutto sommato le truppe italiane occupavano posizioni di tutto rispetto.
In ottobre ripresero le ostilità con le truppe da montagna austriache che tentavano nuovamente di completare gli obiettivi già parzialmente raggiunti il 14 settembre. Dal passo di Lodinut le truppe da montagna austro-ungariche scesero in territorio italiano ma senza successo data la forte resistenza italiana. Le truppe dell'Impreo cercavano spazio anche di Val Dogna e alto Fella, dove, il 18 ottobre fu portato un attacco che in ogni caso non andò a buon fine nonostante il supporto dell'artiglieria. L'inverno ormai alle porte consigliava i due contendenti ad una pausa durante la quale furono rafforzate le posizioni. Il bilancio delle azioni in Zona Carnia vedeva la situazione pressochè immutata; furono probabilmente gli austriaci a perdere di più dal momento che dovettero lasciare posizioni strategicamente importanti in zona passo di Monte Croce Carnico.

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