Contrattacchi austro-ungarici nell'inverno 1915-1916 sul fronte dell'Isonzo

Durante l'inverno 1915-1916, dopo le prime quattro battaglie dell'Isonzo che avevano portato ben pochi vantaggi all'avanzata italiana sul fronte dell'Isonzo, il Comando Supremo intendeva allargare le opere difensive lungo tutta la linea di fronte e mantenere la pressione sulle truppe austro-ungariche mediante attacchi per lo più dimostrativi, tesi a migliorare ulteriormente la disposizione delle proprie linee ed impedire il rafforzamento di quelle nemiche.
Il Comando Supremo aveva stabilito anche gli obiettivi per le due Armate (IIa e IIIa) impegnate lungo il fronte dell'Isonzo; in particolare, la IIIa Armata doveva espugnare il Debeli, il San Michele ed il Cosich, ancora in mano austro-ungarica, mentre gli obiettivi della IIa Armata erano il Vodil ed il Mrzli.
Per quanto riguardava il settore dell'alto Isonzo, le truppe italiane della IIa Armata non riuscirono nei loro intenti a causa delle avverse condizioni climatiche ed alla difesa delle truppe austro-ungariche, attestate ancora su posizioni predominanti. Di più; le truppe austro-ungariche sferrarono un attacco al Monte Cuklja il 12 febbraio 1916, provocando gravi perdite tra le fila itliane, fermando anche il successivo contrattaco. Il Mrzli era ancora zona off limits a causa della spessa coltre di neve che continuava a bloccare i lavori di sistemazione ed avvicinamento alle linee tenute dagli austro-ungarici. Sul Vodil invece si lottava per guadagnare posizioni marginali ma, tutto sommato, si trattava dei soliti passaggi di mano di trincee e camminamenti; pochi metri di terreno contesi a caro prezzo.
Decisamente molto più vivace l'azione intorno a Gorizia. Le truppe austro-ungariche sferarono un contrattacco durante la notte del 15 gennaio per impossessarsi delle linee occupate dagli italiani lungo la direttrice Peumica-Q,188 di Oslavia. Le truppe della 58a Div. AU riuscivano ad occupare le rovine di Oslavia. La lotta accanita si protrasse fino al pomeriggio dello stesso giorno quando un contrattacco italiano sloggiò le truppe dell'Impero dalle posizioni appena acquisite. Ma la lotta era destinata a continuare perché le truppe Imperiali non erano intenzionate a lasciare in mano italiana delle posizioni così importanti per la difesa di Gorizia. La notte del 16 gennaio arrivò infatti il contrattacco austro-ungarico contro Q.188 di Oslavia che terminò con un nulla di fatto ed ingenti perdite da entrambe le parti; Q.188 ingoiò complessivamente circa 2900 uomini tra italiani ed austro-ungarici! La macelleria riapriva i battenti il pomeriggio del 24 gennaio, dopo un lungo cannoneggiamento delle posizioni di Q.188-Oslavia. Le truppe austro-ungariche si ripresentarono coperte da una coltre di nebbia. La sorpresa fu completa e le truppe italiane, stanche, furono scalzate dalle posizioni, ora occupate stabilmente dagli Imperiali. il Comando Supremo, viste le difficoltà ed il numero elevatissimo di perdite, decise di far arretrare la propria linea su Case della Riunione-Lenzuolo Bianco-Madonnina-torrente Peumica. Oltre al danno anche la beffa perchè l'esercito italiano perse tutte le posizioni conquistate durante l'ultima battaglia dell'Isonzo del 1915. Per il momento la situazione alla testa di ponte di Gorizia era statica ma con l'arrivo dei mesi primaverili si sarebbe ripreso a combattere.

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