Vita a Gorizia tra giugno 1915 e agosto 1916

Nell'agosto del 1915 la diffusione di malattie infettive tra i civili divenne preoccupante, per cui si resero necessari vari provvedimenti profilattici e si stanziarono somme cospicue per combattere in particolar modo il colera, la cui minaccia, contenuta allo spirare el settembre, scomparve del tutto solamente nel primo inverno. La dissenteria invece continuò a serpeggiare sempre, favorita dalla penuria degli approvvigionameni e dalla loro pessima qualità. Le derrate alimentari provenivano dapprima dai mercati di Trieste e di Lubiana; in seguito, all'esaurirsi di questi mercati, gli approvvigionamenti arrivavano dalla Boemia, dalla Croazia e dall'Ungheria. Esistevano due spacci comunali, uno per la carne e l'altro per il pane. I mercati non potevano più essere tenuti nella città ormai costantemente presa di mira dalle artiglierie italiane.
L'alimento principale che era il pane era di difficile reperimento essendo state chiuse quasi tutte le rivendite private. Anche l'orribile pane di guerra ottenuto da una miscela di granturco, patate ed altri ingredienti non esclusa la paglia, mancava o comunque non si poteva avere in misura superiore a quella fissata dalla tessera. Nel 1916 le condizioni già critiche nel 1915 vennero ancor di più accentuate perchè i contadini che si recavano a Gorizia portanto farina, pretendevano di essere pagati non con valuta corrente bensì con altre merci. Si ritornava al baratto, si scambiava farina per tabacco e questo ancora per patate e altra farina. Il prezzo delle derrate alimentari come la carne salì di molto e ad ogni ordinazione, l'ufficio approvvigionamenti del Comune, pagava un prezzo più alto distribuendo anche ampie mancie per gli stessi acquisti effettuati la settimana prima. All'epoca la corona aveva ancora una buona valutazione!
A parte il problema delle derrate alimentari ed il reperimento delle stesse, a Gorizia il problema altrettanto grave era il continuo stilicidio di civili a causa dei bombardamenti italiani. La popolazione goriziana rimasta in città doveva quindi combattere contro le malattie infettive, la fame e le bombe.
Nota: Il problema delle malattie infettive quali in colera, in massima parte, era sentito anche ad Udine, sede del Comando. I casi di dissenteria collegati alla diffusione virale crescevano giorno dopo giorno tanto che si registrarono anche 50 nuovi casi in un giorno. In tutte i paesi dove risiedeva la truppa l'epidemia di colera crebbe a dismisura, tanto che anche a Palmanova ed a Cividale si erno manifestati nella popolazione civile. I mesi estivi videro l'escalation della malattia ed in un bollettino di statistica dell'ufficio sanitario del Comune di Udine si informava che dal 7 al 31 agosto 1915, erano pervenute all'ufficio ben 117 denuncie fra colera, vibrione portatore di colera e gastro-enterite sospetta. Di questi: colerosi accertati 42, sospetti 17, colera portatori 58. Morti per colera 20, per gastro-enterite sospetta 14. Le denunce suddette risultavano suddivise: borghesi 15, militari 11, profughi 90, prigionieri di guerra 1.
Note bibliografiche: tratto da La guerra e il Friuli, del Bianco ed.


Ritorna all'elenco dei documenti