Il rapporto riguarda una panoramica sul 1916 offerta da Cadorna, in particolare sulla zona riguardante il
fronte dell'Isonzo e relative conquiste. In effetti, il 1916 si può dire sia stato l'anno nel quale l'Esercito
Italiano mise a segno diversi successi. La parte è stata tradotta e adattata dal volume
Source Records of the Great War, Vol. V, ed. Charles F. Horne, 1923.
Durante la primavera sostenemmo la poderosa e a lungo organizzata offensiva austriaca in
Trentino, che il nemico, con insolente affronto, intendeva come spedizione punitiva nei
confronti del nostro paese.
Ma, dopo i primi successi dovuti alla superiorità di materiali, soprattutto artiglierie, l'invasione
fu prontamente fermata ed il nemico venne contrattaccato e forzato alla veloce ritirata sulle
montagne, lasciando sui pendii alpini il fiore delle sue armate, pagando amaramente il prezzo
della sua fallace impresa non solo qui, ma anche nelle pianure di Galizia.
Il nostro esercito non si riposò dopo questo meraviglioso sforzo e, mentre manteneva una vigorosa
pressione sul fronte del Trentino sì da guadagnar migliori posizioni ed ingannare il nemico, furono
vennero trasferite forti forze sul fronte giulio.
Nei primi giorni di agosto iniziò quell'irresistibile offensiva che, in soli due giorni, causò la
la caduta di Gorizia e del formidabile sistema difensivo sul Carso ad ovest del Vallone.
Doberdò, San Michele, il Monte sabotino, nomi che ricordano combattimentie massacri sanguinarii,
cessarono di essere i simboli del vanto della resistenza austro-ungarica e divennero gli emblemi
delle brillanti vittorie italiane. Le vanaglosiose asserzioni del nemico, di aver fermato inesorabilmente
la nostra avanzata al fronte furono immediatamente confutate.
Da quel giorno, la nostra avanzata sul Carso si sviluppò costantemente ed inrresistibilmente. Fu interrotta
da pause indispensabili alla preparazione tecnica dei mezzi di distruzione senza i quali, i
valorosi attacchi avrebbero portato al vano sacrificio di vite umane.
Il nostro costante e pieno successo sulla fronte giulia fu confermato da 42.000 prigionieri,
60 cannoni, 200 mitragliatrici ed un ricco bottino preso al nemico tra i mesi di agosto e dicembre.
Anche sul resto del fronte le nostre infaticabili truppe vinsero l'ammirazione di chi le vide, con i loro
straordinari sforzi prodigati non solo a soverchiare le forze del nemico, ma anche le difficoltà dovute
al terreno.
I nostri soldati sono supportati dall'approvazione incondizionata della nazione, dalla fiducia in loro
stessi e dalla giustizia della loro causa. Affrontano con abnegazione la loro dura e perigliosa vita
sotto la guida del loro amato sovrano che, fin dal primo giorno di guerra, con distinta costanza ha
condiviso le loro fortune.
Il nostro Esercito è in attesa, pronto a rinnovare lo sforzo che porterà al conseguimento dell'infallibile
destino del nostro popolo.
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