Oltre ad essere la testimonianza più drammatica della vita dei soldati, nonchè la loro "casa", è interessante capire come veniva costruita una trincea.
Un piccolo volumetto del Regio Esercito Italiano, Comando generale del Genio oltre a qualche breve
passo tratto dai resoconti del generale Cavaciocchi, può aiutare a capire meglio come venivano organizzate
queste opere difensive.
"... Una caratteristica comune a tutti questi lavori era la loro varietà a seconda del tempo in cui erano
stati fatti. I criteri più disparati erano stati successivamente adottati, seguendo ora la corrente
che veniva di Francia, ora quella che veniva da informazioni avute sui metodi dei nostri nemici.
Purtroppo un indirizzo razionale ed organizo, quale sarebbe stato di competenza del comando generale
del genio, mancò dal principio alla fine della guerra, allo stesso modo che fu deficiente e dannosa
nei primi tempi, e poi assolutamente nulla, l'azione del comando generale d'artiglieria. In fatto di
trincee, si fecero dapprima del tipo normale ante-bellum, in vari ordini collegati da camminamenti; poi
si vollero coperte e prevalsero quelle di cemento, oppure quelle coperte da un grosso strato di terra
sostenuto da travi; quando poi si vide che queste erano vere trappole, perchè l'artiglieria vi trovava
un ottimo bersaglio per far fare ai difensori la morte del topo, si tornò alle trincee scoperte, strette
e profonde, munite di tane da volpe, di caverne e via dicendo. Ma queste si prestavano all'offesa del
tiro a shrapnell e ad essere inondate dalla pioggia o colmate dalla neve; ed allora si venne alle trincee
coperte da lamiere ondulate. E fu anche studiato ogni genere di feritoie, dopo che si vide che le prime
erano generalmente difettosissime per il ristretto campo di tiro e perchè, calcolate sopra un tipo d'uomo
medio secondo le sapienti statistiche dell'arma del genio, riuscivano in pratica o troppo alte o troppo
basse per il tiratore che le doveva occupare. Nelle mie numerosissime ispezioni dovetti infatti troppo
di frequente rilevare che erano stati fatti lavori straordinari come mole, ma non ugualmente lodevoli per
praticità. Inoltre, per quella mancanza di indirizzo tecnico generale che sarebbe stata tanto necessaria
e che invece mancò, ogni comando del genio di corpo d'armata, si sbizzarrì per conto proprio nell'adottare
sistemi non sempre opportuni".
Così recita il volumetto edito dal Comando Supremo dal titolo "Procedimenti per l'attacco frontale
nella guerra di trincea" nel marzo del 1918.
Organizzazione del terreno:
Trincea: preceduta da una zona di difese accessorie. E' occupata da 6 compagnie del I° reggimento. Sul
dinanzi delle difese accessorie è generalmente scavata una parallela di partenza, comunicante con la trincea
mediante numerosi camminamenti. Detta parallela viene occupata nell'imminenza dell'azione dalla prima
linea di attacco.
Prima zona di ricoveri di riposo: profonda 50 metri e limitata all'indietro da un camminamento trasversale.
Nei ricoveri di riposo, blindati e raggruppati per cmpagnia, stanno le altre sei compagnie del I° reggimento.
Numerosi camminamenti si svolgono in senso orario alla fronte.
Seconda zona di ricoveri di riposo: profonda 100 metri e limitata all'indietro da un secondo camminamento
trasversale. Nei ricoveri di riposo, blindati e raggruppati per compagnia, stanno sei compagnie del 2°
reggimento.
Terza zona: di profondità variabile, solcata soltanto da ampi camminamenti longitudinali che conducono sul
rovescio ad una zona generalmente riparata, dove stazionano, accampate o dentro ricoveri, le altre 6
compagnie del 2° reggimento.
Elementi costitutivi dell'organizzazione difensiva
Parallela di partenza: Non blindata, rappresenta la linea di sbocco per le truppe destinate all'attacco ed ha
lo scopo di permettere un'azione rapida, di sorpresa, nonostante la presenza delle difese accessorie. Dista,
per regola, 150-200 metri dalla prima trincea avversaria. Comunica colla trincea di prima linea mediante
numerosi camminamenti. La scarpata è intagliata a gradini per consentire maggiore facilità di sbocco.
Trincea: è blindata, costruita in modo da consentire uno stazionamento anche lungo alle truppe che l'occupano.
Può anche servire da parallela di partenza, quando queta manchi. In tal caso lo sbocco si ottiene o praticando
nottetempo opportuni passaggi nelle difese accessorie, o scavando precedentemente dei cunicoli sboccanti al di
là delle difese medesime. Il sistema più indicato è però quello della parallela di partenza.
Tra il 1916 ed il 1917 si iniziò invece a costruire delle trincee e ad ottimizzare quelle austriache conquistate con
svariate blindature e particolarmente intricate, sviluppate su diversi chilometri di lunghezza con il proposito di
collegare quante più linee possibili. Nelle trincee furono ricavate svariate nicchie e sfruttate diverse cavità
naturali per il deposito materiali ed il ricovero della truppa in turno di trincea. Un esempio di queste opere si
può osservare nel Parco tematico sulla Grande Guerra di Monfalcone.
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