Secondo le informazioni datemi dal barone Baum von Aphelshofen che fu Capitano distrettuale dal
1915 al novembre 1918, durante la guerra esistevano a Gorizia due polizie: quella normale alle
dipendenze del Capitanato distrettuale, e quella segreta per il contro spionaggio la quale
dipendeva direttamente dal Comando di armata.
La polizia distrettuale aveva sede nel palazzo di via Alvarez, e teneva un distaccamento in
quello del Capitanato in Piazza Grande.
All'aprirsi delle ostilità era comandata dal Commissario dott. Casapiccola il quale cercava di
sottrarsi alla direzione del Capitano distrettuale barone Baum, per appoggiarsi invece ci colleghi
della polizia segreta.
Il dott. Casapiccola era un pusillanime, e quando la città cominciò ad essere bombardata diede a
vedere palesemente il terrore che lo dominava, tanto che cercò di opporsi all'istituzione
dell'ufficio approvvigionamento per i civili, pensando, e non a torto, che ove la città fosse
stata dai borghesi sgomberata, egli pure sarebbe passato nell'interno.
Per questa sua palese viltà fu anche chiamato a rapporto dal comandante della 58a Divisione
generale Zeidler, che presente il Capitano distrettuale ebbe a dirgli essere veramente deplorevole
il cattivo esempio suo, e stridente il contrasto con la serenità degli abitanti che quotidianamente
affrontavano la morte e non avevano obbligo alcuno di fermarsi in città. Esortavalo quindi a
mantenersi calmo e a dominare la paura, cattiva consigliera sempre, cattivissima in simili
frangenti, Ciò non tolse però che nel bombardamento cui Gorizia fu sottoposta, nel novembre 1915,
il Casapiccola abbandonasse il suo posto trasferendosi a Trieste. In sua sostituzione venne
nominato il barone dott. Winckler uomo di tutt'altro carattere, meno intrigante, e più coraggioso,
il quale si fermò poi a Gorizia - tranne il periodo della occupazione italiana - tutto il tempo
della guerra.
Il dott. Winckler si mise subito in lotta con la polizia segreta e specialmente con il capitano
Scholz il quale badava ad elevare sospetti contro questo o contro quello degli abitanti.
Vi fu durante i primi mesi di guerra una vera fobia contro le luci, ed una sorveglianza
attivissima fu fatta anche dal Calvario. Il cap. Scholz sguinzagliò agenti perchè si diceva che
da una casa venivano fatti, durante la notte, segnali luminosi intermittenti verso il fronte.
Le luci effettivamente c'erano, ma provenivano da una palazzina occupata da un Comando di brigata,
il quale non ottemperava, per comodità degli ufficiali, agli ordini superiori.
Sempre in fatto di segnalazioni si diceva che dalla città partivano segnali per le truppe
italiane ad Oslavia, e questa volta fu lo stesso Commissario barone Winckler che per due notti
di seguito fece la scolta su di una torre del castello, senza però scoprire nulla.
Un fatto più grave destò invece l'allarme nei Comandi superiori. Un giorno venne trovato
allacciato un filo metallico al filo telefonico che univa Gorizia a Salcano. Evidentemente si
erano intercettate le comunicaizoni tra il Comando della 58a Divisione e il Comando di brigata
che aveva sede a Salcano.
Furono messi in moto tutti i poliziotti del capitano Scholz, ma non si venne a capo di nulla, e
nulla mai si seppe su questo audacissimo tentativo di spionaggio, che non si deve però confondere
con i danneggiamenti verificatisi alle linee telefoniche e che avevano provocato il provvedimento
preso dallo Zeidler e la minaccia di massacrare ostaggi.
Sempre a proposito della polizia segreta, sovente arrivavano al Capitanato richieste di
informazioni sul ocnto di certuno, accusato di simpatie verso gli italiani e qualche volta
perfino di favoreggiamento. I colpi provenivano dal capitano Scholz, il quale, se mai poteva,
inventava anche i "sospetti" pur di mostrare il proprio zelo.
E giunse a tal punto, dopo l'agosto 1916, quando i Comandi militare e civile di Gorizia si
ritirarono verso l'interno, da tramare contro lo stesso comandante della 58a Divisione generale
Zeidler. Questi fu però avvertito in tempo dal barone Winckler, il quale da parecchio sorvegliava
lo Scholz, e il capo della polizia segreta venne raggiunto da un siluro, e scomparve dalla scena.
In sua vece venne il capitano Osler, meno perfide ed intrigante, tipo colto e sarcastico, ma
anche sotto la sue direzione la polizia segreta e quella civile si guardarono in cagnesco, e se
mai poterono si gicarono colpi mancini a vicenda.
Dopo l'Osler, fu nominato capo della polizia sereta il capitano Bäbler, il quale giunse al punto
di tramare direttamente contro il Capitano distettuale, barone Baum, e contro i funzionari del
Capitanato. Il barone Baum, edotto dalle manovre che dati i momenti potevano riuscire pericolose,
se ne dolse direttamente presso il generale Zeidler col quale era in confidenza (due o tre volte
alla settimana egli e il barone Winckler venivano invitati alla mensa del comandante della
divisione), ma il generale si limitò ad osservargli, che "con cannoni non si tira sui passeri!".
L'allusione era chiara.
Rif. bibl.: La guerra e il Friuli, Del Bianco, Ud.
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